Ospiti particolari: sogliole d'acqua dolce
Testo e disegni di Maurizio Lodola
e M. Letizia Tani

Destro o sinistro? Nascosti e in agguato Sistematica
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Glossario

Un pesce asimmetrico: l’Achirus lineatus

Nell’eterogeneo panorama dei pesci d’acquario l’Achirus lineatus, più conosciuto come sogliola d’acqua dolce, merita senz’altro di essere menzionato per la strana conformazione del corpo, così diverso da quella della maggior parte dei pesci. Infatti, quando si pensa ad un pesce si individua mentalmente un animale dalla linea idrodinamica, perfettamente simmetrico, affusolato e guizzante. Non ci si rende conto, invece, di quanto sia poco frequente nel mondo dei Pesci quello che noi riteniamo lo standard anatomico, che l’evoluzione ha modificato in innumerevoli forme e dimensioni a seconda delle esigenze adattative.

L’Achirus lineatus, dal corpo inconfondibilmente appiattito, appartiene all’ordine dei Pleuronettiformi, di grande importanza economica perché comprende specie che compaiono frequentemente sulla nostra tavola, quali sogliole, platesse, rombi, passere di mare, halibut, ecc. A diffusione cosmopolita, sono diffusi soprattutto nelle acque tropicali ed equatoriali, con più di 500 specie prevalentemente marine, adattandosi anche alle acque salmastre e dolci che risalgono per lunghi tratti alla ricerca del cibo. Alcuni esemplari di Platichthys flesus, diffusi lungo i nostri litorali e conosciuti col nome di "pianuzza", sono stati pescati nel Po, a decine di chilometri dal mare.

Caratteristica peculiare dell’Achirus lineatus e affini è la vistosa asimmetria del corpo, estremamente compresso, di forma ellittica, poggiante sul substrato con un fianco (lato nadirale), piatto e privo di pigmentazione, mentre l’altro fianco (lato zenitale), rivolto verso l’alto, è leggermente convesso, pigmentato ed accoglie entrambi gli occhi e la bocca. Come si sia evoluta questa spiccata differenza rispetto agli altri pesci a "simmetria bilaterale" (con il corpo idealmente divisibile in senso longitudinale in due metà speculari) è ancora oggetto di ipotesi: si ritiene comunque che l’ordine dei Pleuronettiformi si sia originato da antenati con l’abitudine di riposare su un fianco, comportamento che è tutt’oggi osservabile in alcuni Labridi e Serranidi.

L’inconfondibile architettura del corpo della sogliola non appare così fin dalla nascita, esistendo fra le forme giovanili e quelle adulte notevoli variazioni di forma. I giovani, infatti, presentano una normale simmetria, con gli occhi disposti ai lati del capo, ma dopo circa un mese di vita planctonica subiscono una profonda metamorfosi. Si assiste quindi ad una torsione di tutte le strutture della testa ed alla migrazione di un occhio verso quello della parte opposta, costringendo il giovane pesce a nuotare con il corpo inclinato, fino a raggiungere la posizione definitiva quando l’occhio ha completato la migrazione sull’altro lato. I giovani metamorfosanti compiono questi cambiamenti in una ventina di giorni, aumentando contemporaneamente di dimensioni fino a diventare più pesanti dell’acqua; inizia così la loro discesa verso il fondo, con i relativi adattamenti alla vita bentonica.

I cambiamenti che accompagnano la nuova vita sui fondali coinvolgono numerosi organi, che si modificano in seguito alla metamorfosi iniziata con la torsione del cranio e la migrazione dell’occhio del lato destinato a diventare nadirale verso quello zenitale. La bocca si fa asimmetrica e protrattile; la cavità del corpo, divenuto piatto, è ridottissima, così che scompare la vescica natatoria presente negli stadi larvali; l’espirazione avviene quasi esclusivamente attraverso l’orifizio branchiale del fianco zenitale, poiché l’espulsione dell’acqua dal lato nadirale tenderebbe a sollevare il pesce dal substrato; le pinne pettorali mancano o sono molto ridotte, mentre la dorsale e l’anale, provviste di raggi spinosi e molto sviluppate in lunghezza, si estendono fino al livello degli occhi, conferendo al corpo il tipico profilo ovale.

Mediocri nuotatrici, strettamente legate alla vita bentonica, le sogliole si muovono per mezzo di movimenti propulsivi della coda o espellendo con forza l’acqua dalle branchie (sistema spesso usato per dileguarsi rapidamente fra i sedimenti sollevati); sono tuttavia capaci di compiere migrazioni per trasferirsi in aree di "pascolo", spostandosi con movimenti ondulanti delle pinne dorsale ed anale, alternando spesso pause di riposo sul fondo.

Le zone a maggior concentrazione di cibo sono prescelte per la deposizione delle uova, perché sono anche quelle dove avviene il passaggio dalla vita pelagica a quella bentonica. Gli adulti si riproducono in aree circoscritte, dette di "frega", favorevoli all’accrescimento dei giovani, deponendo centinaia di migliaia di uova che andranno alla deriva delle correnti. Dopo circa 15 giorni nascono le minuscole larve planctoniche che, una volta raggiunta la lunghezza di 5-7 cm, inizieranno la metamorfosi verso la vita sul fondo.

La loro dieta è costituita principalmente di invertebrati, molluschi, gasteropodi e crostacei che frantumano con i denti robusti, ma anche piccoli pesci che cacciano all’agguato.

L’allevamento in acquario dell’Achirus lineatus, proveniente dall’America centrale, e del suo simile Brachirus salinarum, di origini australiane, non è dei più semplici ed occorre dedicare loro un particolare allestimento della vasca. Necessitano infatti di acqua salmastra con densità compresa tra 1005 e 1010, anche se quando sono giovani si adattano abbastanza bene all’ambiente dulcacquicolo. Lo sviluppo di queste sogliole rimane compromesso se la salinità non viene aumentata progressivamente durante la loro crescita.

I Pleuronettiformi sono dunque da considerarsi pesci eurialini, cioè che possono adattarsi a vivere in acque con ampia gamma di salinità.

L’acquario necessiterà comunque di un buon filtraggio e un’ottima ossigenazione, dato che in prossimità del fondo il tenore di ossigeno diminuisce.

La temperatura dell’acqua deve essere compresa tra i 23 e i 26 °C ed il pH tra 7 e 7,8.

Il materiale di fondo deve essere molto fine e formare uno strato sufficientemente spesso per permettere ai pesci di insabbiarsi.

L’arredamento può essere costituito da qualche ciottolo di fiume e radici di mangrovia.

In natura questi pesci sono dei predatori e quindi anche in acquario dovremo fornire loro un’adeguata alimentazione proteica: mangimi granulati e in pasticche andranno bene purché di ottima qualità; se nei primi giorni dovessero rifiutarlo, potremo invogliarli con larve di zanzara e tubifex surgelati. Non dimentichiamo che sono animali piuttosto lenti e timidi: non mettiamoli quindi in competizione alimentare con coinquilini troppo invadenti.

Anche se schivi e poco vistosi, questi pesci particolari offrono all’acquariofilo che vorrà dedicarvisi numerosi spunti di osservazione etologica, sempre che, così ben mimetizzati, si riesca ad individuarli! TOP

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Destro o sinistro?

I meccanismi alla base delle trasformazioni che segnano il passaggio dallo stadio giovanile a quello adulto sono le stesse in tutti i Pleuronettiformi, con l’unica differenza che esistono individui e specie "destri" e "sinistri". Nei soggetti destri, che presentano cioè il fianco destro rivolto verso l’alto (lato zenitale), è l’occhio sinistro a migrare, mentre negli individui sinistri, che nuotano col fianco sinistro verso l’alto, si ha la migrazione dell’occhio destro verso il fianco sinistro. La sogliola e la passera di mare sono normalmente destre; i rombi invece sono sinistri, anche se esistono numerose eccezioni a questa regola, con individui a fianco zenitale invertito rispetto alla norma. In alcune specie, inoltre, esistono sia individui destri che sinistri, in proporzione variabile con la località. L’halibut (Hippoglossus hippoglossus), per esempio, che è comunemente destro, in alcune popolazioni può presentare fino al 40% di individui sinistri, mentre in altre mancano del tutto. Non si sa ancora quali siano i fattori che influenzano queste migrazioni anomale. TOP

Nascosti e in agguato

Il mimetismo è uno dei molteplici adattamenti legati alle strategie di caccia e di difesa attuati dagli animali che conducono vita bentonica. Fra questi la sogliola, che vive nascosta su fondali sabbiosi o melmosi, quando viene minacciata da un pericolo rimuove il substrato con rapidi movimenti del corpo, fino ad esserne completamente seppellita, lasciando sporgere soltanto gli occhi. A completamento di questa azione aggiunge la sua notevole capacità mimetica di confondersi col substrato, variando la propria colorazione con quella dell’ambiente. I responsabili dei diversi gradienti di colore che può assumere l’animale sono i cromatofori, particolari cellule a forma di stella contenenti i pigmenti, situati nel tessuto sottocutaneo. Sotto il controllo del sistema nervoso, l’intensità cromatica viene regolata diffondendo il pigmento a tutta la cellula o restringendolo ad una piccola area, rendendo così il pesce più o meno visibile a seconda della conformazione del fondo (sabbia, ghiaia, melma, ecc…). Se il pigmento si trova condensato al centro del cromatoforo la colorazione assunta dal pesce sarà chiara; invece sarà scura se il pigmento è distribuito per tutta la cellula.

I pesci piatti sono molto abili nel variare il loro colore in una notevole gamma di tonalità, talvolta in un lasso di tempo molto breve da un tipo di fondo all’altro, riuscendo anche ad imitare fedelmente i colori ed i disegni di fondali artificiali, poiché dotati di numerose cellule cromatofore con pigmenti diversi.

Gli iridociti sono speciali cromatofori contenenti cristalli di guanina, che si comportano come dei prismi, scomponendo la luce nei colori dell’iride; molti colori si ottengono semplicemente variando l’inclinazione dei cristalli. Esperimenti condotti sulla passera di mare hanno dimostrato che il meccanismo alla base di questa eterocromia è mediato dalla vista: una porzione dell’occhio misura la luce incidente dall’alto, mentre un’altra parte controlla il colore del substrato su cui si trova il pesce. L’informazione sarebbe poi elaborata dall’ipofisi e trasmessa ai cromatofori tramite particolari mediatori chimici, simili agli ormoni. Gli individui privati della vista non sono più capaci di modificare i colori mimetizzandosi con l’ambiente circostante, a dimostrazione che tale adattamento è dovuto a stimoli di natura visiva.

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I Pleuronettiformi sfruttano le loro capacità mimetiche sia per nascondersi ai predatori che per tendere agguati alle loro prede, che attendono pazientemente infossati sul fondo, da cui sporgono soltanto gli occhi telescopici con cui controllano ogni movimento. Quando la preda è sufficientemente vicina, la risucchiano aspirandola in bocca. TOP

Sistematica

L’ordine dei Pleuronettiformi ha diffusione mondiale e annovera più di 500 specie, nella grande maggioranza marine, circa 120 generi e 6 famiglie raggruppate in tre sottordini.

Ordine Pleuronettiformi

sottordine Pleuronettidei

famiglie: Pleuronettidi, Citaridi, Botidi

sottordine Psettoidei

famiglia Psettodidi

sottordine Soleoidei

famiglie: Soleidi (Achiridi), Cinoglossidi

Taluni riuniscono i generi sotto elencati nella famiglia degli Achiridi, distinguendola da quella dei Soleidi: il margine del preopercolo è visibile sotto forma di un solco superficiale, la pinna pelvica destra è unita all’anale, mentre anale e dorsale non sono mai fuse con la caudale.

  • genere Achirus
  • genere Apionichthys
  • genere Baiostoma
  • genere Catathyridium
  • genere Gymnachirus
  • genere Hypoclinemus
  • genere Trinectes

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Risorse in rete

http://www.aquariacentral.com/faqs/brackish/

http://www.funet.fi/pub/sci/bio/life/pisces

Letture consigliate

Warren E. Burgess, Herbert R. Axelrod. (1988) Atlas of Freshwater Aquarium Fishes

G. S. Fichter (1967) I Pesci e la loro vita Mondadori

Lanza B. (1982) Dizionario del regno animale Mondadori

F. De Carli (1975) Il mondo dei pesci Mondadori

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Bénthos: complesso di organismi viventi del fondo marino o delle acque interne che possono essere fissi (b. sessile: coralli, alghe verdi, crinoidi) o mobili (b. vagile: crostacei, stelle marine e gasteropodi). La vita bentonica è diffusa a varie profondità: il b. litoraneo comprende organismi che vivono al di sopra di 200 m. di profondità; il b. abissale comprende organismi viventi alle profondità superiori. Questi ultimi sono in maggioranza fosforescenti o dotati di organi luminosi (fotofori).

Cromatòforo: cellula ramificata della superficie cutanea, ricca di pigmenti; in alcuni animali i c. possono espandersi o contrarsi in seguito a stimolazioni nervose o azioni ormonali, determinando variazioni di colore nei tessuti superficiali (ad esempio, il camaleonte).

Eurialìno: si dice di animali marini che hanno la proprietà di essere indifferenti a variazioni rapide e intense di salinità.

Guanina: composto chimico (C5H5ON5), presente negli acidi nucleici di tutti gli esseri viventi, abbondante in particolare nella pelle dei pesci, di alcuni rettili e nel guano, da cui fu isolata la prima volta e da cui prende il nome.

Ipofisi o ghiandola pituitaria: ghiandola endocrina situata nell'encefalo, costituita da due parti: un lobo anteriore di tessuto ghiandolare (adenoipofisi) e un lobo posteriore di tessuto nervoso (neuroipofisi). Fra i due lobi è interposto un tratto intermedio ben evidente nei pesci e negli anfibi, poco sviluppato nell'uomo. L'ipofisi secerne un grandissimo numero di ormoni che prendono in prevalenza il nome dall'organo su cui esplicano la loro azione stimolante.

Mediatori chimici: termine con cui sono designate quelle sostanze che svolgono un'azione di controllo sulla trasmissione degli impulsi nervosi.

Nadir: punto all'infinito della verticale diretta verso l'interno della Terra, e, sulla sfera celeste, il punto diametralmente opposto allo zenit, che si trova nell'emisfero invisibile. Zenit e nadir sono i punti in cui la verticale taglia la sfera celeste, e costituiscono i poli dell'orizzonte astronomico.

Ormoni: (dal greco horman = eccito) sostanze regolatrici delle funzioni organiche, prodotte della secrezione delle ghiandole endocrine e assorbiti direttamente dal sangue.

Plancton: (dal neutro greco planktos che significa vagabondo, errante) nome con cui si designa l'insieme degli organismi animali (zooplancton) e vegetali (fitoplancton) che hanno il loro habitat nelle medie profondità marine ed in superficie. Alcuni di questi organismi sono planctonici soltanto in qualche fase della loro vita, per lo più in quelle larvali, e da adulti vivono in superficie. Il p. ha grande importanza nell'economia della vita perché di esso si nutrono molti pesci e molti cetacei.

Tubifex: genere di Anellidi Oligocheti della famiglia dei Tubificidi, con setole ventrali caratterizzate da uncini bifidi.

Zenit: punto della sfera celeste, intersezione tra la perpendicolare al piano orizzontale condotta dal punto in cui si trova l'osservatore e la sfera celeste. La sua altezza è di 90°. Il suo antipode è il nadir. TOP